L’iniziativa per il 10% chiede che il costo netto del premio di cassa malati non possa in nessun caso superare il 10 % del reddito disponibile per unità di riferimento. Essa comporta un pericolo concreto di aumento generalizzato delle imposte. Per finanziare l’esplosione dei costi pubblici derivanti dalla misura, sarà necessario un incremento del carico fiscale che colpirà in particolare il ceto medio e le imprese. Il Cantone avrà infatti bisogno del 20% in più di imposte! Questo impatto rischia di compromettere la competitività del Cantone e il potere d’acquisto delle famiglie.
- IL PROBLEMA È REALE, MA LA SOLUZIONE È SBAGLIATA
L’esplosione dei premi della cassa malati – che riflettono i costi della sanità nel Cantone – è sotto gli occhi di tutti: quasi il 57% delle economie domestiche ticinesi paga premi netti superiori al 10% del proprio reddito disponibile. Ma, l’iniziativa in votazione, che impone per legge un limite massimo del 10%, è una misura sproporzionata e insostenibile.
- UN COSTO ESPLOSIVO PER IL CANTONE
Se l’iniziativa venisse approvata, la spesa pubblica per i sussidi RIPAM crescerebbe in modo vertiginoso:
- +182% della spesa ordinaria, pari a +300 milioni di franchi nel solo 2024 (esclusi altri beneficiari)! A cui si aggiungono +240 milioni entro il 2032 della riforma EFAS.
- Le misure di risparmio 27 proposte dalla Confederazione, che mirano a ridurre la spesa pubblica federale fino a 5 miliardi di franchi all’anno entro il 2030, avranno importanti ripercussioni finanziarie anche per i Cantoni, che dovranno farsi carico di compiti e di spese supplementari.
- L’onere dell’ente pubblico con questa iniziativa non cresce proporzionalmente rispetto all’aumento dei premi stessi, ma con accelerazione più marcata!
- Il totale della spesa RIPAM passerebbe da 386 milioni a circa 690 milioni di franchi, un aumento dell’80%.
- Solo gli attuali beneficiari, con l’incremento approfitterebbero di ulteriori +50 milioni di sussidi.
- Nessuna misura di compensazione finanziaria è stata trovata dal Consiglio di Stato o dal Gran Consiglio per far fronte a questa esplosione di spesa.
- UN BOOMERANG PER CETO MEDIO E IMPRESE
L’aumento di spesa non sarà gratis. Avrà conseguenze gravi:
- In linea con le esigenze del freno alla spesa, sarà necessario un aumento delle imposte per persone fisiche e /o giuridiche, mettendo sotto pressione in particolare il ceto medio e le imprese.
- Questo aumento implica un aumento del coefficiente d’imposta cantonale del 20%. Ciò significa un aumento delle imposte generalizzato.
- Se i 300 milioni supplementari dovessero essere finanziati dalle persone fisiche, ciò equivarrebbe mediamente a +1800 franchi annui per ogni economia domestica (!).
- Aumento del debito pubblico: il debito cantonale da diversi anni sta esplodendo e supererà i 3 miliardi già nel 2027 e, con questa iniziativa scarica ulteriore peso sulle future generazioni.
- IL SISTEMA È GIÀ SOCIALMENTE GENEROSO
Per il 2025, senza iniziativa, sono già previsti 426 milioni di franchi per 110’000 beneficiari:
- L’attuale sistema RIPAM porta l’incidenza media dei premi dal 13,4% (senza sussidi) al 10,9% (con sussidi).
- La soglia del 10% è già quasi raggiunta per moltissimi casi.
- Già oggi siamo tra i Cantoni che in Svizzera concedono più sussidi per la cassa malati
- LA SPESA SANITARIA È IL VERO PROBLEMA
Il Ticino presenta indicatori sanitari preoccupanti, che dimostrano un modello di consumo eccessivo e che sono quindi la vera ragione dell’aumento incontrollato dei premi di cassa malati:
- Numero medio di PCG (gruppi di costo farmaceutici) tra i più alti della Svizzera, +50% rispetto a cantoni come Uri o Appenzello Interno.
- Consultazioni presso medici di base: le più alte in Svizzera.
- Al terzo posto per consultazioni con specialisti.
- Il numero medio di contatti per assicurato è tra i più alti.
- Differenze ingiustificate nel numero di degenze ospedaliere, non spiegabili né dalla morbilità né dalla demografia.
Questo è anche un problema culturale e di mentalità, non solo di copertura finanziaria.
- SERVONO RIFORME STRUTTURALI, NON PIÙ SOLDI PUBBLICI
Piuttosto che aumentare la spesa pubblica senza controllo, bisogna intervenire alla radice del problema:
- Pianificazione ospedaliera rigorosa, basata su fabbisogno reale, evitando doppioni e sovraofferta. Attualmente sono 17 le strutture ospedaliere in Ticino. Una concentrazione aumenterebbe anche la qualità.
- Concentrazione e specializzazione degli ospedali per garantire qualità ed efficienza.
- Ridurre le prestazioni a carico dell’assicurazione di base riportandole in quelle complementari.
- Riduzione dell’offerta medica e farmaceutica, oggi eccessiva. Tutti gli studi dimostrano che l’offerta supplementare genera domanda supplementare.
- Modelli alternativi di premi e incentivi alla responsabilizzazione della popolazione.
- Più prevenzione, meno spesa curativa a lungo termine.
Qualora l’iniziativa venisse approvata, il Consiglio di Stato dovrebbe finanziare i relativi costi unicamente attraverso una riduzione della spesa corrente, evitando di aumentare le imposte a carico di cittadini e imprese.