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Promesse vaghe, più imposte e futuro ipotecato

Set 12, 2025

L’iniziativa per il 10% nasce con l’intento di aiutare le famiglie a sostenere il peso dei premi di cassa malati. Ma dietro la proposta si nasconde una realtà ben più preoccupante: i promotori hanno annunciato misure di finanziamento che si rivelano essere, secondo quando presentato dal fronte di sinistra, un aumento delle imposte un po’ per tutti: per i proprietari di case, per chi ha un conto in banca e del 10% in modo trasversale. Le prospettive per i conti cantonali rischiano di essere catastrofiche: in caso di sì all’iniziativa del PS – che non limita di un franco le spese nella sanità! – si dovrebbero raccogliere 300 milioni di franchi in più per coprire i nuovi sussidi, a cui si aggiungono 240 milioni entro il 2032 per la già decisa riforma EFAS. Al di là delle pericolosissime ricette presentate dalla sinistra, oggi non esiste alcuna misura di compensazione finanziaria concreta: il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio non hanno per ora indicato

soluzioni alternative. Ma tutto passerà da aumenti sostanziali di imposte. E senza intervenire sulle cause dell’aumento dei premi di cassa malati. Anzi, ad ogni futuro aumento avremo purtroppo un rispettivo aumento della nostra spesa pubblica. Una cambiale in bianco, insomma, a carico delle future generazioni.Il vero problema è che si continua a proporre spese senza avere i soldi. Parlare di misure future, non ancora decise, è un modo per nascondere la realtà: l’unica certezza è l’aumento delle imposte, in un momento difficile per i cittadini. Il ceto medio e le imprese saranno chiamati a pagare il conto, con un possibile aumento del coefficiente d’imposta cantonale del 20%.Già senza nuove spese, oggi il Canton Ticino è uno Stato indebitato, uno Stato in (pesante) affanno. Il debito pubblico cantonale è esploso negli ultimi anni e supererà i 3 miliardi di franchi entro il 2027. Un Cantone indebitato non ha margini per investire, per realizzare progetti, per affrontare nuove sfide. È un Cantone bloccato, che vive nell’emergenza e non nel futuro.

Vogliamo davvero lasciare questo alle generazioni future? Vogliamo che i nostri figli ereditino un sistema fiscale insostenibile, un debito fuori controllo e uno Stato incapace di agire? Le buone intenzioni non bastano: servono responsabilità, pianificazione e sostenibilità. Il 28 settembre, votiamo «no». Difendiamo il futuro dei nostri figli, proteggiamo la stabilità del nostro Cantone.

Di Andrea Gehri, preisdente della Cc-Ti